Dal mio ultimo libro, L’Incantatore: L’eredità di Minutella si estende ben oltre le immediate conseguenze della sua scomunica. Il suo impatto si riflette in diversi ambiti chiave, sfidando le strutture ecclesiastiche tradizionali e spingendo a riconsiderare l’impegno della Chiesa cattolica nell’era digitale. In primo luogo, il suo abile uso dei social media ha messo in luce una tutela nelle strategie di comunicazione della Chiesa. Mentre il Vaticano e le diocesi faticavano a stabilire una solida presenza online in grado di contrastare la disinformazione e coinvolgere le giovani generazioni, Minutella ha coltivato senza sforzo un seguito fedele attraverso contenuti avvincenti, seppur controversi.

La sua capacità di rivolgersi direttamente ai suoi seguaci, bypassando gli intermediari tradizionali, ha evidenziato la necessità della Chiesa di una presenza digitale più dinamica e accessibile.

Non si trattava semplicemente di una questione di progresso tecnologico; metteva in luce una profonda disconnessione tra la Chiesa istituzionale e una parte della sua popolazione che desiderava una forma di guida spirituale più emotivamente coinvolgente e meno burocratica.

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